Questo itinerario si sviluppa all'interno delle ex cave di Praello, una frazione di Marcon. La loro origine risale al 1965 quando iniziarono i primi scavi per l'estrazione di argilla. Col passare degli anni e il cessare degli scavi, le vasche si riempirono d'acqua e si formarono così stagni, acquitrini, e prati umidi di varie estensioni e profondità. La vegetazione spontanea iniziò a insediarsi e così pure numerose specie di animali colonizzarono gli ambienti. L'area fa parte, come vincolo di protezione, delle vicine Cave di Gaggio, oasi gestita dalla LIPU.
L'ITINERARIO
Indicazioni stradali: superato il piccolo centro urbano di Praello subito dopo il ponte sulla sinistra inizia l'itinerario.
Lunghezza: circa 3,6 km complessivi (scarica la cartina)
Tempi di percorrenza: 1,30 ore
Difficoltà tecniche: possibile erba alta sull'argine e nei percorsi interni presenza di rovi
Periodo consigliato: tutte le stagioni
Interessi prevalenti: paesaggistico/naturalistico
Il percorso si sviluppa per il primo tratto, lungo l'argine destro del rio Fossa Storta. La posizione elevata dell'argine rispetto alle cave, ci permette di avere un bel colpo d'occhio sugli stagni e acquitrini. Di particolare interesse sono le fitte macchie di Cannuccia di palude che formano i canneti; luogo questo, molto importante, perchè fonte di cibo e di protezione per molte specie di uccelli in particolare nel periodo riproduttivo.
Una volta arrivati vicino alla linea ferroviaria, si scenda dall'argine e si prosegue verso destra; qui si trova lo stagno più grande e profondo delle cave, luogo questo di pesca, non è chiaro però se è regolamentata per la presenza di molti cartelli di divieto di caccia essendo l'area protetta da vincolo europeo (area SIC Sito di Interesse Comunitario). Qui ci si immette in un lungo ed alberato sentiero. Percorsi circa 900 m si svolta a destra e si cammina nel lato sinistro del canale di irrigazione, qui ci si immerge tra i coltivi. Si segue il canale fino alla strada per poi riportarsi al punto di partenza. Vi è la possibilità (quando la vegetazione ce lo permette) in alcuni punti del percorso di avventurarsi sulle rive degli stagni (vedi cartina). Per approfondimenti clicca qui (a cura di Emanuele Stival)
OSSERVAZIONI (selezione)
L'avifauna presente è molto varia, infatti il percorso permette di immergersi in habitat differenti, aree umide a basso fondale, stagni profondi, canneti, boschetti e coltivi. Particolarmente interessante è la presenza dell'Airone rosso che da qualche anno nidifica in questa zona; è abbastanza difficele da vedere quando è posato in cerca di cibo fra i canneti, grazie alla sua livrea mimetica ed dal suo carattere molto schivo e diffidente. Gli altri ardeidi presenti sono: il Tarabusino, la Nitticora, la Sgarza ciuffetto e la Garzetta. La Folaga e la Gallinella d'acqua nuotano nell'acqua bassa degli stagni, mentre il Gabbiano comune e la Sterna cercano cibo fra le acque alte.
Il canto dell'Usignolo di fiume si alza potente dal fitto canneto; il Martin pescatore lo si può osservare metre scruta i bassi fondali. Inoltradoci tra i coltivi è possibile incontrare l'Airone guardabuoi e fra i salici lungo i canali di irrigazione il Picchio verde. Il Gheppio e la Poiana volteggiano in cerca di una preda, mentre il Cuculo emette il suo richiamo inconfondibile.
Alcune foto delle specie incontrare durante l'escursione
Foto: © 2016 Lorenzo Celeghin
Schede informative uccelli a cura di www.ornitologiaveneziana.eu